Una band nucleare

04.12.2017

Mi ricordo di un giorno in cui sono arrivata tardi a scuola perché l'autobus era fermo nel traffico e io stavo ascoltando della musica, ma non facevo nemmeno caso alle parole che scorrevano nelle mie orecchie. La canzone era finita e era passato qualche secondo di silenzio. Poi è partito un ritmo diverso, reggae, non mi sembrava famigliare. Ho ascoltato la nuova canzone incuriosita, dimenticandomi del traffico, del bus, della scuola, per cinque minuti sono stata risucchiata in un altro mondo.
Da qual momento non mi è capitato più di sentirla nello shuffle, ogni tanto la canticchiavo tra me e me, ma nient'altro. Sembrava una canzone fantasma, apparsa magicamente nella mia playlist. Fino al mese scorso, quando, a pranzo da un amico, lui mi ha parlato di questa band emergente, dei ragazzi di Bergamo, un po' folli, ma con delle belle idee e una musicalità pazzesca. A sentire il loro nome scoppio a ridere.
È questo l'effetto che fanno i Pinguini Tattici Nucleari, anche nei contesti peggiori riescono a farti sorridere. E io li ho conosciuti così, per caso. All'inizio erano solo un concetto, un'idea di libertà, coraggiosi e disillusi, una presenza che si faceva sentire ad intervalli regolari.
Poi son venuta a sapere che sarebbero venuti a Pavia il 4 novembre a suonare a Spaziomusica. Quella sarebbe stata l'occasione per rendere concreta la loro immagine. In quella serata piovosa, con il locale pieno di gente, le scarpe coi tacchi ai piedi e odore di birra nell'aria, li ho visti davanti a me: sono sei e sono come tutti noi, raccontano storie che potrebbero capitare a chiunque con tanta ironia e un pizzico di spregiudicatezza. Ho sentito qualcuno paragonarli a Elio e le Storie Tese e a mio parere i PTN sono sulla stessa strada. Come dei camaleonti cambiano la loro forma ad ogni canzone, per questo non possono essere ascritti ad un unico genere musicale, anche se seguono tre direttive principali: il rock, l'indie e il reggae. I PTN hanno già grande successo tra i giovani proprio perché, a differenza dei finti rapper e delle cantanti pop americane, loro non hanno paura di spingersi al limite del surreale, di parlare del vero, di temi delicati e cruciali, loro colgono nel segno perché raccontano di tutti noi, della realtà e ricordano quanto, nonostante le sventure, la vita sia un'avventura stupenda che va vissuta fino in fondo. Ho sentito altri deriderli per il loro nome, perché non capivano come potessero essere "nucleari" senza essere necessariamente heavy metal. Ma i Pinguini non vogliono fare casino, mi piace pensare che siano nucleari perché sono radioattivi, folli, mutaformi, ma, per quanto bizzarri, autentici.
Giadadea Canobbio  

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