Un tuffo nel folk tedesco con i Faun

19.02.2018

"Germania, paese di filosofi" la sentenza della mia insegnante di tedesco. D'altra parte sappiamo bene qual è il paese di origine di Nietzsche o Feuerbach o Marx. Il cuore dell'Europa ha ospitato l'elite degli intellettuali negli ultimi secoli, i cui pensieri e scritti hanno ancora influenza sul nostro presente. Mi sono sempre immaginata questi buffi signori dalle chiome bianche seduti in un salotto barocco a chiacchierare amabilmente di morale, sulle note di una sinfonia di Bach o di Beethoven o di Mozart. Infatti non vanno dimenticati, nell'elite di intellettuali, i geniali compositori di musica classica. Musica che ancora oggi scorre nelle nostre vene, a volte non sappiamo nemmeno riconoscere di che sinfonia si tratti, ma ci trasmette tutta la sua fierezza e potenza, tutta una tradizione di valori che la Germania porta con sé da generazioni.La storia della Germania è stata scritta nel sangue: Normanni, Sassoni, Goti sono tutte popolazioni guerriere, la cui esistenza ruotava attorno al lavoro e alla guerra. Conquista e profitto. Nulla di nuovo, nulla di strano, anche il regime nazista lo sapeva. Nell'immaginario collettivo il tedesco non è mai stato altro che quello, ma non è che un solo aspetto della società germanica. L'armonia con la natura, la forte sensibilità e le virtù di fiducia e lealtà sono l'altro lato di quest'antica società.Come tornare a quel mondo di virtù morali e feste di primavera?Voglio suggerirvene uno molto semplice: ascoltate i "Faun", gruppo folk tedesco, poco conosciuto sia per il genere di nicchia che praticano, sia per la difficoltà, implicita nella lingua, di rendere il tedesco musicale e orecchiabile. Loro ci riescono in modo divino, letteralmente.I loro testi si rifanno alla tradizione norrena e alla mitologia nordica, che vede gli dei di Asgard come protagonisti. Il loro sound, un'armonia di flauti, corde e tamburi, accompagna l'ascoltatore nel tempo, indietro di centinaia di anni, e lo fa sedere davanti al focolare, sul prato ispido della Foresta Nera ad assistere ad una cerimonia rituale.Riescono a trasportarti nel Medioevo per qualche minuto, in un luogo immaginario, che ti fa provare la dolce sensazione d'appartenenza ad un mondo antico andato perduto, mentre si è ancora avvolti dalla giungla urbana.Il fascino di quei tempi non potrebbe essere in altro modo raggiungibile se non tramite la musica tradizionale e gruppi come i "Faun" che ci ricordano da dove tutto è cominciato.In questo modo ad una tradizione relativamente recente e del tutto razionale, logica, che cerca di porre ordine al mondo, che sfocia nella produzione di musica classica secondo rigidissimi schemi matematici e armonici, si affianca in contrasto un filone musicale che cerca di risvegliare la parte istintiva dell'ascoltatore, suggerendogli la via delle emozioni tumultuose, dello spirito.Io credo che in un periodo come quello attuale non ci sia nulla di meglio da fare che mettere da parte la razionalità e seguire il proprio istinto, tornare alle origini. 

Giadadea Canobbio

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